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GLI EFFETTI DELL’UMORISMO SULLA SALUTE – RELAZIONE TRA UMORISMO E RISATA

SENSO DELL'UMORISMO E RISATA

GLI EFFETTI DELL’UMORISMO SULLA SALUTE – RELAZIONE TRA UMORISMO E RISATA

GLI EFFETTI DELL’UMORISMO SULLA SALUTE

SECONDO CAPITOLO 

RELAZIONE TRA IL SENSO DELL’UMORISMO E LA RISATA

La presenza dell’umorismo è frequentemente identificata attraverso segni visibili di dispendio energetico, quali il sorriso e il riso, insieme a dichiarazioni di vissuti piacevoli. Tuttavia, non sempre l’esperienza umoristica è concomitante ad una risata o ad altri comuni segni di divertimento.

Il riso è spesso descritto come l’espressione esterna dell’humour, come cioè un indicatore del fatto che la persona è in uno “stato d’animo divertito” o che sta sperimentando qualcosa di “divertente”.

Dearbon (1900) ha fornito una dettagliata descrizione fisica del riso, ma rimane come punto critico il fatto che il riso può essere una reazione per ogni genere di stato emozionale e non solo per il divertimento (Burt, 1945; Flegel, 1954). Anche se queste affermazioni a volte si spingono oltre la nostra conoscenza dei cambiamenti portati dal riso, i risultati della ricerca sono generalmente incoraggianti.

Molti autori si sono chiesti perché ridiamo in situazioni umoristiche. Spencer (1916) afferma che l’eccitazione nervosa, in generale, tende a causare un moto muscolare e che lo scarico di tale energia segue vie abituali. Nel caso del riso le vie naturali sono sulla faccia, in particolare negli occhi e nella bocca. Sul come si siano definite queste vie abituali alcuni autori propongono di spiegarlo in termini di disposizione e di attenzione (Martin, 1905). Ad esempio le situazioni  comiche potrebbero essere socialmente definitive, per cui nell’annunciare il racconto di una barzelletta o il considerare una persona come comica, ci si disponga a divertirsi.

Schacheter e Singer (1962) hanno proposto una teoria bifattoriale delle emozioni in cui ad una accresciuta attivazione è combinata la disposizione ad una particolare emozione. Mediante uno studio sperimentale, Schacheter e Wheeler (1962) hanno mostrato che una condizione necessaria nell’apprezzamento dell’humour è un aumento dell’attivazione. Essi hanno rilevato che i soggetti ai quali veniva iniettata dell’epinefrina trovavano un film più divertente che i soggetti del gruppo di controllo, ai quali era stata iniettata una soluzione salina. Questi ultimi poi trovavano a loro volta più divertente il film rispetto ai soggetti di un altro gruppo a cui era stato iniettata della clorpromazina. Tali risultati sembrano mostrano che una accresciuta attivazione era legata ad un maggiore divertimento, mentre l’effetto tranquillizzante della clorpromazina era associato ad un divertimento ridotto. A seconda dell’incremento del livello di attivazione, il film veniva valutato come più divertente.

Secondo alcuni autori (Berlyne, 1960; Martin, 1905) lo scarico di energia attraverso il riso non è necessario per l’esperienza dell’humour, quello che è invece è sempre presente è l’aumento dell’attivazione.

Berlyne (1960) propone, un modello di spiegazione dell’humor che integra la teoria della incongruità con il conflitto e l’attivazione. Egli postula che l’umorismo presenti meccanismi analoghi a quelli della curiosità. Quest’ultima è considerata come uno stato di accresciuta attivazione indotta dalla presenza di alti livelli di variabilità collativa nella stimolazione. Le varaibili “collative” sono la novità, la sorpresa, l’incongruità e tutte le altre condizioni in cui un’aspettativa sulle caratteristiche di uno stimolo viene violata. La presenza di queste variabili indurrebbe un conflitto tra tendenze a rispondere, insieme ad una accresciuta attivazione. L’umorismo, quindi, presenterebbe caratteristiche simili. Le differenze tra i due stati sono dovute al contesto in cui si presenta lo stimolo (“interessante” o “divertente”), alla lunghezza del tempo in cui è consentita l’attivazione di restare ad un livello elevato e nella improvvisità con cui l’attivazione viene ridotta.

Così, quando un individuo incontra uno stimolo umoristico potrebbe non esservi uno scarico di energia, quale è il riso, ma una serie di cambiamenti fisiologici.

 

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